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Gli esperti dell’ONU invitano l’Italia al pieno rispetto dei diritti umani nella risposta al fenomeno dell’immigrazione e nel contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso e al terrorismo

14 November 2008


ROMA –– Il Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria, un gruppo di esperti indipendenti con mandato conferito dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, ha concluso oggi una visita ufficiale di due settimane in Italia. “Abbiamo sempre ricevuto piena collaborazione da parte del governo italiano. Ci è stato consentito di visitare tutti gli istituti di detenzione e le strutture di accoglienza per le quali abbiamo richiesto l’accesso, nonché di intrattenerci in privato con i detenuti da noi indicati. “, hanno riferito oggi ai giornalisti a Roma.

Lo scopo principale della visita italiana del Gruppo di lavoro che li ha visti a Roma, Napoli, Milano, in Sicilia orientale (Caltanisetta e Cassibile), è stato quello di ottenere di prima mano informazioni su casi di privazione della libertà in centri per immigrati irregolari e richiedenti asilo. « Per molti versi, la risposta del governo italiano e della società civile all’afflusso massiccio di esseri umani in fuga da situazioni di guerra permanente, persecuzione o disperata povertà, per cercare una vita migliore, è ammirevole», ha affermato uno dei membri della delegazione del Gruppo di lavoro, l’avvocato cileno Roberto Garreton.

Tuttavia, gli esperti delle Nazioni Unite hanno sottolineato « forti preoccupazioni dal punto di vista della tutela dei diritti umani riguardo ai centri in cui migranti e richiedenti asilo vengono ospitati », soprattutto per quanto riguarda la base giuridica della detenzione di coloro che sono privati della libertà in questi centri. Il Gruppo di lavoro ha preso atto che nel 2006 il Ministero dell’Interno, allo scopo di studiare la questione, aveva istituito una Commissione nota come « Commissione De Mistura », prendendo il nome dal funzionario delle Nazioni Unite nominato a presiederla. Le sue conclusioni e raccomandazioni in gran parte non sono state ancora attuate.

Alla Conferenza stampa di oggi, gli esperti dell’ONU hanno anche riconosciuto le robuste garanzie di giusto processo e tutele contro i rischi di detenzione arbitraria nell’amministrazione della giustizia penale in Italia. Hanno però ammonito che «l’impegno di un governo nella tutela dei diritti umani, e fra questi le garanzie procedurali, è messo realmente alla prova nell’afforntare situazioni di emergenza, reale o presunta.». Secondo gli esperti, al momento le autorità di pubblica sicurezza affrontano tre di queste emergenze (reali o presunte): la lotta alla criminalità di stampo mafioso, un presunto aumento allarmante dei reati comuni compiuti da stranieri che soggiornano in Italia senza permesso, e la minaccia del terrorismo internazionale dopo l’11 settembre 2001. Nel far fronte a queste emergenze si è fatto ricorso a misure straordinarie che comportano anche detenzione, alcune delle quali suscitano preoccupazione. Per esempio, il Gruppo di lavoro è stato informato di una recente modifica al Codice Penale in base alla quale la presenza irregolare di uno straniero sul territorio nazionale costituisce circostanza aggravante per qualsiasi reato. « Se un cittadino italiano e uno straniero senza permesso di soggiorni rubano insieme una macchina, lo straniero avrà una condanna notevolmente più severa del cittadino italiano », ha spiegato il Prof. Abashidze, docente di diritto presso l’Università di Mosca e membro della delegazione del Gruppo di lavoro.

Come di consueto, il Gruppo di lavoro ha prestato particolare attenzione alle condizioni dei detenuti appartenenti a gruppi vulnerabili, tra cui non soltanto gli immigrati e richiedenti asilo, ma anche minori e persone con disagio mentale. « Abbiamo avuto un’ottima impressione del sistema italiano di giustizia minorile », ha detto il Prof. Abashidze, aggiungendo che « l’Italia potrebbe servire da modello per altri paesi in questo campo ».

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